L’asset allocation è fondamentale, al punto che, secondo molti studi, determina per oltre il 90% la performance del portafoglio. Nella consulenza in materia di investimenti vengono impiegate asset allocation modello, ripartite su quattro diversi profili di rischio ed orizzonti temporali.

I singoli clienti possono però avere particolari preferenze o esigenze.

Un portafoglio di titoli azionari italiani, europei o americani?

Non è un problema, purché questo avvenga in un contesto che consente di mantenere l'adeguatezza del portafoglio complessivo con il profilo di rischio, conoscenza ed esperienza del cliente.

L'implementazione di un algoritmo del tipo life cylce?

Ragionare in questi termini è normalmente molto più utile che fare affidamento sulla bravura di un gestore o sulla possibilità di individuare il megatrend del prossimo futuro, perché consente di gestire realmente il rischio adattandolo alla fase della vita in cui ci si trova. I rendimenti sono solo l'altra faccia, la meno importante, della stessa medaglia.

Si sente spesso parlare di PAC, considerati spesso la panacea di tutti i mali in tema di gestione del rischio. Il mercato è volatile? Non c'è problema, entriamo con un PAC. Mi imbatto così in clienti che stanno versando mensilmente con la formula del PAC in fondi esclusivamente azionari, senza considerare che in questo modo il rischio del loro portafoglio sta costantemente aumentando, magari in una fase della vita in cui ciò non è assolutamente raccomandabile. Questa logica può avere senso solo se è inserita in un contesto più ampio, che prevede un periodico ribilanciamento per ridurre quel rischio beneficiando dell'ingresso graduale sulla parte più volatile, oppure altre strategie basate sulla diversificazione e sull'allocazione complessiva del rischio lungo tutto il percorso.

Gestisco ordinariamente per i miei clienti anche queste soluzioni personalizzate.