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["Decidere sui mercati","Consigli per la lettura","News: riflessioni","Un po' di statistica","Strumenti finanziari","Mercati e portafogli","Psicologia e finanza"]
«Proprio come l’uomo primitivo che un giorno si grattò il naso, vide piovere, e sviluppò un modo elaborato di grattarsi il naso per ottenere la pioggia che desiderava, noi oggi colleghiamo la prosperità economica a qualche riduzione dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve, o il successo di una società alla nomina di un nuovo presidente.»
N.N. Taleb
Netta vittoria dei Repubblicani nelle tanto attese elezioni USA. Oltre alla presidenza, i Repubblicani si sono sicuramente accaparrati il Senato e potrebbero aver conquistato anche la Camera, della quale si è comunque ancora in attesa dei risultati definitivi. Trump ha vinto con cinque milioni di voti di vantaggio. Il programma con cui Trump ha riconquistato la Casa Bianca è volto a spingere l’economia americana con dazi, deregolamentazione e riduzione delle imposte, soprattutto per le imprese, oltre naturalmente al cavallo di battaglia della limitazione dell’immigrazione. Si tratta evidentemente di un programma che comporta dei rischi inflazionistici. Tuttavia in campagna elettorale è stato speso anche il coinvolgimento di Elon Musk per ridurre la spesa pubblica di 2.000 miliardi di dollari annui. Il personaggio è sicuramente eccentrico ma non si può dire che non abbia dimostrato capacità di mettere a terra i progetti, con quali effetti collaterali resta poi da valutare nel tempo. Vedremo se queste promesse saranno mantenute e che effetti genereranno.
In questa settimana “particolare” c’è stato anche il meeting della FED che ha confermato le attese di una riduzione dello 0,25% dei tassi di riferimento. La conferenza stampa non ha riservato sorprese ed il tono è stato moderatamente dovish. Powell ha sostenuto che il rialzo dei tassi sulla parte lunga della curva non deriva ad una revisione nelle previsioni sulle future riduzioni da parte della FED a causa di ripartenze dell’inflazione ma, invece, dalle stime rivisti al rialzo per l’economia americana. L’unica scossa della conferenza è stata a seguito della domanda circa la disponibilità di Powell a farsi da parte in caso di richiesta in tal senso da parte di Trump, domanda a cui Powell ha risposto con un secco no.
MSCI World: +3,6% (settimana), +21,6% (anno)
S&P 500: 4,7% (settimana), +27,2% (anno)
Nasdaq 100: +5,4% (settimana), +26,4% (anno)
Eurostoxx 50: -1,5% (settimana), +9,6% (anno)
FTSE Mib: -2,5% (settimana), +16,2% (anno)
Nikkei: +3,8% (settimana), +19,9% (anno)
Hang Seng China: +1,6% (settimana), +34,5% (anno)
MSCI Emerging: +1,2% (settimana), +13,8% (anno)
I mercati azionari hanno festeggiato, dando l’impressione, in questo momento, di considerare più gli aspetti postivi che quelli negativi del programma di Trump. Resta poi da capire se la spinta sia derivata più dalla vittoria repubblicana in sé o, invece, dalla nettezza della vittoria, che ha sgomberato le possibilità di disordini o mancati riconoscimenti da parte degli avversari. Questa seconda ipotesi potrebbe essere confermata dal movimento del VIX che, dopo settimane passate ad un livello teoricamente non compatibile con le borse sui massimi, in pochi giorni ha perso 6,9 punti, chiudendo a 14,9 punti, perdendo oltre il 30% del suo valore. L’S&P 500 ha violato la quota 6.000 punti per la prima volta nella storia.
Meno bene l’Europa, per la quale l’elezione di Trump potrebbe comportare, ad es., apposizione di dazi sulle esportazioni in USA ma anche tentativi da parte degli USA di negoziare con i singoli Paesi, con scarso o nullo riconoscimento del peso dell’Unione Europea. Anche su questo tema non possiamo che osservare le evoluzioni nel tempo.
Global Aggregate: +0,45% (settimana), +1,74% (anno)
Rendimento Treasury 10Y: 4,30% (-0,08% settimanale)
Rendimento Bund 10Y: 2,37% (-0,04% settimanale)
Rendimento BTP 10Y: 3,66% (-0.03% settimanale)
Spread BTP-Bund: 1,29% (+0,01% settimanale)
In prima battuta i tassi sono risaliti sui risultati elettorali, spingendo al ribasso gli indici obbligazionari, salvo poi rimbalzare per chiudere la settimana in negativo, e quindi in positivo per le obbligazioni. Al momento le prospettive per un nuovo ribasso da parte della FED a dicembre sono quotate al 64,9% mentre viene dato per certo un nuovo taglio da parte della BCE. Come anticipato sopra, rimane tutto da valutare l’impatto che potranno avere nel medio termine le politiche espansive a debito che si intravedono all’orizzonte.
Petrolio WTI: $70,4, +1,3% (settimana), -1,8% (anno)
Oro: $2.685, -1,9% (settimana), +30,1% (anno)
EUR/USD: 1,072, -1,1% (settimana), -2,9% (anno)
Settimana con esiti alterni per le materie prime, che nel complesso portano l’indice generale a rimanere sostanzialmente piatto.
In rialzo il petrolio, forse sull’onda di previsioni di maggiore crescita negli USA? O per le tensioni geopolitiche perduranti in Medio Oriente? O si tratta semplicemente di rumore.
In ribasso invece l’oro, sempre in prossimità dei massimi storici. Come già detto questa non è una stagionalità tradizionalmente favorevole per l’oro, che comunque al momento non mostra particolari segni di debolezza.
Per l’Euro sul Dollaro la prima reazione all’esito elettorale è stata un deciso deprezzamento, cui è seguito un rimbalzo durato comunque poco. La settimana si chiude con un -1,1%.
Qui di seguito l’andamento dall’inizio del servizio (1 luglio 2019) dei portafogli modello al lordo dei costi di transazione (variabili in base all’intermediario utilizzato e generalmente compresi tra 2,5 e 20 euro per ciascuna operazione), di quelli sostenuti per la consulenza e degli eventuali impatti della fiscalità ed al netto, invece, dei costi dei singoli strumenti utilizzati.
I dati si riferiscono al passato ed i risultati passati non costituiscono un indicatore affidabile dei risultati futuri.
I portafogli modello costituiscono la base utilizzata nell’attività di consulenza in materia di investimenti.
I singoli portafogli dei clienti possono differire dai modelli anche in modo significativo in ragione di diverse cause, valutate per ciascun cliente nell’attività di consulenza, quali contingenze fiscali, pianificazione, gestione del rischio di ingresso o in logica life cycle. All’interno del portafoglio complessivo del cliente possono anche essere presenti più portafogli in considerazione della pianificazione per obiettivi effettuata all’inizio o in corso di consulenza continuativa.
Settimana decisamente positiva per i portafogli, che si riportano molto vicini ai massimi storici. Solo l’oro tra le principali asset class ha segnato una performance negativa, che è stata comunque lenita dall’apprezzamento del dollaro. Questo avviene dopo un mese di ottobre in cui proprio l’oro, unitamente al dollaro, aveva sostenuto l’andamento dei portafogli. Si vedono quindi ancora i vantaggi di aggiungere elementi di decorrelazione nel portafoglio. Da inizio anno i risultati rimangono soddisfacenti ma, chiaramente, l’anno non è finito e, nonostante siano passate per ora in modo indolore, ed anzi portando vantaggio, anche le elezioni USA, rimangono ampi margini di incertezza e di possibili problematiche, come le tensioni geopolitiche, di cui è assolutamente troppo difficile (ma diciamo pure impossibile) prevedere sia le evoluzioni che gli effetti sui mercati. Manteniamo la focalizzazione sulla pianificazione e sulla gestione del rischio.
Ricordo sempre le principali emozioni a cui dobbiamo stare attenti operando sui mercati (so che sarete stanchi di leggerle o che, più probabilmente non le leggerete più ma, in realtà, sono quel tipo di considerazioni a cui bisogna ricorrere ogni tanto, quando ci si domanda cosa si stia facendo… e, quindi, repetita iuvant):
In occasione delle correzioni è anche necessario non lasciarsi prendere dal desiderio di uscire dal mercato o di ridurre significativamente le esposizioni per mettere fieno in cascina. Questo comporta costi fiscali ed enormi difficoltà nell’individuare poi il momento opportuno per rientrare.
Manteniamo sempre il focus determinante sulla pianificazione individuale di ciascuno, che è l’unico aspetto sotto il nostro controllo (oltre naturalmente all’efficienza data dal contenimento dei costi), non essendo i mercati né controllabili né prevedibili, ricordando anche che:
Le presenti informazioni sono state redatte con la massima perizia possibile in ragione dello stato dell’arte delle conoscenze e delle tecnologie. Il presente documento non è da considerarsi esaustivo ma ha solo scopi informativi. La pubblicazione del presente documento non costituisce attività di sollecitazione del pubblico risparmio. Le informazioni ed ogni altro parere resi nel presente documento sono riferiti alla data di redazione del medesimo e possono essere soggetti a modifiche. Flavio Rinaldi non deve essere ritenuto responsabile per eventuali danni, derivanti anche da imprecisioni e/o errori, che possano derivare all’utente e/o a terzi dall’uso dei dati contenuti nel presente documento. Flavio Rinaldi non assume responsabilità in merito al trattamento fiscale degli strumenti illustrati. I pareri espressi da Flavio Rinaldi prescindono da qualsiasi valutazione del profilo di rischio e/o di adeguatezza e sono da intendersi come “Ricerche in Materia di Investimenti” ai sensi dell’art. 27 del Regolamento congiunto Consob e Banca Italia del 29 ottobre 2007 redatte a titolo esclusivamente informativo e non costituiscono in alcun modo prestazione di un servizio di consulenza in materia di investimenti, il quale richiede obbligatoriamente un’analisi delle esigenze finanziarie e del profilo di rischio specifici del singolo utente/cliente, né costituiscono un servizio di sollecitazione in genere all’investimento in strumenti finanziari. Nel caso in cui l’utente intenda effettuare qualsiasi operazione è opportuno che non basi le sue scelte esclusivamente sulle informazioni indicate nel presente documento, ma dovrà considerare la rilevanza delle informazioni ai fini delle proprie decisioni, alla luce dei propri obiettivi di investimento, della propria esperienza, delle proprie risorse finanziarie e operative e di qualsiasi altra circostanza.
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