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["Decidere sui mercati","Consigli per la lettura","News: riflessioni","Un po' di statistica","Strumenti finanziari","Mercati e portafogli","Psicologia e finanza"]
«Proprio come l’uomo primitivo che un giorno si grattò il naso, vide piovere, e sviluppò un modo elaborato di grattarsi il naso per ottenere la pioggia che desiderava, noi oggi colleghiamo la prosperità economica a qualche riduzione dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve, o il successo di una società alla nomina di un nuovo presidente.»
N.N. Taleb
Dopo che, per un paio d’anni, gli investitori parevano avere in testa esclusivamente l’inflazione (come, del resto, le banche centrali), ora il mercato guarda con grande attenzione ai dati macro di volta in volta in uscita, preso dall’indecisione tra soft e hard landing. Ad ogni nuovo dato gli umori sembrano pendere plasticamente di qua o di là, muovendo denaro sulla nuova ipotesi, senza per ora un costrutto particolare.
La scorsa settimana è stata la volta dei Non Farm Payrolls, il report sul mercato del lavoro, che ha mostrato una creazione di buste paga non agricole inferiore alle attese, 142 mila contro le 165 mila attese, oltra a portare una revisione al ribasso dei dati degli ultimi due mesi. La disoccupazione è invece calata dal 4,3 al 4,2%.
Il quadro che ne emerge è, quindi, quello di un mercato del lavoro che si è certamente raffreddato ma che, al momento, non “crolla”. Nonostante questo i mercati azionari hanno reagito piuttosto male, evidentemente sovrappesando, stavolta, l’ipotesi hard landing.
Anche in considerazione degli elementi di cui sopra, i mercati sembrano ormai dare per scontata una riduzione dei tassi in settembre da parte della FED, secondo molti anche una sforbiciata di 50 bps, mentre questa settimana ci sarà la riunione della BCE, sulla quale l’attesa è per una nuova riduzione di 25 bps.
La riunione avviene anche in un contesto nel quale l’economia tedesca sta dando forti segni di rallentamento e che, in particolare, per quanto riguarda l’automotive, potrebbero denotare già una crisi in atto, con Volkswagen che parla di chiudere unità produttive.
La prevalenza dell’ipotesi hard landing si è riversata sui mercati azionari portando molti segni negativi, con maggior peso sui tecnologici, che tanto hanno tirato le salite degli indici negli ultimi anni. L’indice globale MSCI World perde il 3,9% ma il Nasdaq 100 perde il 5,9%. Europa a -4,4%, pesante il Nikkei a -5,8%. Parecchi indici azionari sono ancora in crescita in doppia cifra o quasi dall’inizio dell’anno, tuttavia l’impressione è che l’episodio del 5 agosto scorso sia stato forse superato con troppa disinvoltura, forse anche per la scarsa liquidità tipica del mese di agosto.
Il VIX sale di ben 7,4 punti, circa il 50%, portandosi a 22,4 punti. Nel calo post 5 agosto non è tornato sino ai minimi precedenti, in area 12 punti, ma ha invece stazionato intorno ai 15 punti come area di minimo. La curva a termine è parzialmente in backwardation, segno di un po’ di tensione.
Ci troviamo in una fase in cui pare abbastanza ben ripristinata la decorrelazione tra azionario e obbligazionario e, in diversi casi, anche una salutare correlazione negativa.
Questa settimana, infatti, il Global Aggregate segna un +0,90% e salgono un po’ tutte le categorie, governativo Euro e USA e Corporate, lievemente negativo solo l’High Yield che è maggiormente correlato con l’azionario.
Il Treasury USA a 10 anni è al 3,71% (dopo essere stato molto vicino al 5% alcuni mesi fa), il Bund sulla stessa scadenza è al 2,17% e il BTP al 3,62%.
Sui 2 anni il Treasury è al 3,65%, il Bund al 2,23% ed il BTP al 2,72%.
Ci stiamo approssimando, per gli USA, alla normalizzazione della curva, il che significa che le scadenze più lunghe hanno rendimenti superiori a quella più brevi. Secondo diversi analisti questo spesso coincide con correzioni, a volte anche significative, dei mercati azionari. In realtà il numero di evidenze non è tale da farne un dato statistico troppo consolidato. Diciamo che, a logica, se si arriva ad una normalizzazione che è dettata da un taglio dei tassi delle banche centrali dovuto ad una recessione, beh, è abbastanza normale che ci possa essere un calo dell’azionario. Al momento, come dicevo sopra, non è ancora chiaro quale sarà lo scenario economico con cui ci troveremo a confrontarci.
Sull’onda di una percezione più negativa dell’economia, scendono anche le materie prime, con l’indice generale negativo del 2,5%, da inizio anno è al -5%. Si salvano le agricole, che perdono solo lo 0,4%, e l’Oro con un -0,2% settimanale. Da inizio anno è ancora la migliore asset class, con un aumento del 21,1%. Pesante invece il Petrolio, che perde l’8% e da inizio anno il 5,6%.
L’Euro guadagna lo 0,3% sul dollaro e da inizio anno è in guadagno dello 0,4%.
MSCI World: -3,9% (Settimana), +12,6% (Anno)
Global Aggregate: +0,90% (Settimana), +2,98% (Anno)
Oro: 2.497 dollari, -0,2% (Settimana), +21,1% (Anno)
WTI Crude Oil: 67,7 dollari, -8% (Settimana), +5,6% (Anno)
Euro-Dollaro: 1,108, +0,3% (Settimana), +0,4% (Anno)
Qui di seguito l’andamento dall’inizio del servizio (1 luglio 2019) dei portafogli modello al lordo dei costi di transazione (variabili in base all’intermediario utilizzato e generalmente compresi tra 2,5 e 20 euro per ciascuna operazione), di quelli sostenuti per la consulenza e degli eventuali impatti della fiscalità ed al netto, invece, dei costi dei singoli strumenti utilizzati.
I dati si riferiscono al passato ed i risultati passati non costituiscono un indicatore affidabile dei risultati futuri.
I portafogli modello costituiscono la base utilizzata nell’attività di consulenza in materia di investimenti.
I singoli portafogli dei clienti possono differire dai modelli anche in modo significativo in ragione di diverse cause, valutate per ciascun cliente nell’attività di consulenza, quali contingenze fiscali, pianificazione, gestione del rischio di ingresso o in logica life cycle. All’interno del portafoglio complessivo del cliente possono anche essere presenti più portafogli in considerazione della pianificazione per obiettivi effettuata all’inizio o in corso di consulenza continuativa.
Settimana negativa per i portafogli, a cui non è bastato l’obbligazionario per assorbire le perdite della parte equity. I portafogli hanno in poco tempo recuperato quasi tutto il drawdown verificatosi nelle settimane precedenti, riportandosi in prossimità dei massimi assoluti. Nella scorsa edizione della Newsletter si era comunque segnalato come i picchi di volatilità non vadano mai sottovalutati, perché mostrano che il mercato è quantomeno suscettibile, sebbene si trovi sui massimi ed è abbastanza difficile che siano del tutto isolati e siano assorbiti senza nessun’altra scossa. Vedremo se quella iniziata la scorsa settimana sarà, in effetti, una nuova scossa con qualche significatività o solo una scossa di assestamento.
Ricordo sempre le principali emozioni a cui dobbiamo stare attenti operando sui mercati (so che sarete stanchi di leggerle o che, più probabilmente non le leggerete più ma, in realtà, sono quel tipo di considerazioni a cui bisogna ricorrere ogni tanto, quando ci si domanda cosa si stia facendo… e, quindi, repetita iuvant):
In occasione delle correzioni è anche necessario non lasciarsi prendere dal desiderio di uscire dal mercato o di ridurre significativamente le esposizioni per mettere fieno in cascina. Questo comporta costi fiscali ed enormi difficoltà nell’individuare poi il momento opportuno per rientrare.
Manteniamo sempre il focus determinante sulla pianificazione individuale di ciascuno, che è l’unico aspetto sotto il nostro controllo (oltre naturalmente all’efficienza data dal contenimento dei costi), non essendo i mercati né controllabili né prevedibili, ricordando anche che:
Le presenti informazioni sono state redatte con la massima perizia possibile in ragione dello stato dell’arte delle conoscenze e delle tecnologie. Il presente documento non è da considerarsi esaustivo ma ha solo scopi informativi. La pubblicazione del presente documento non costituisce attività di sollecitazione del pubblico risparmio. Le informazioni ed ogni altro parere resi nel presente documento sono riferiti alla data di redazione del medesimo e possono essere soggetti a modifiche. Flavio Rinaldi non deve essere ritenuto responsabile per eventuali danni, derivanti anche da imprecisioni e/o errori, che possano derivare all’utente e/o a terzi dall’uso dei dati contenuti nel presente documento. Flavio Rinaldi non assume responsabilità in merito al trattamento fiscale degli strumenti illustrati. I pareri espressi da Flavio Rinaldi prescindono da qualsiasi valutazione del profilo di rischio e/o di adeguatezza e sono da intendersi come “Ricerche in Materia di Investimenti” ai sensi dell’art. 27 del Regolamento congiunto Consob e Banca Italia del 29 ottobre 2007 redatte a titolo esclusivamente informativo e non costituiscono in alcun modo prestazione di un servizio di consulenza in materia di investimenti, il quale richiede obbligatoriamente un’analisi delle esigenze finanziarie e del profilo di rischio specifici del singolo utente/cliente, né costituiscono un servizio di sollecitazione in genere all’investimento in strumenti finanziari. Nel caso in cui l’utente intenda effettuare qualsiasi operazione è opportuno che non basi le sue scelte esclusivamente sulle informazioni indicate nel presente documento, ma dovrà considerare la rilevanza delle informazioni ai fini delle proprie decisioni, alla luce dei propri obiettivi di investimento, della propria esperienza, delle proprie risorse finanziarie e operative e di qualsiasi altra circostanza.
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