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["Decidere sui mercati","Consigli per la lettura","News: riflessioni","Un po' di statistica","Strumenti finanziari","Mercati e portafogli","Psicologia e finanza"]
Quanti di noi, guardando una partita di calcio dal divano, non hanno mai pensato “Io quel gol l'avrei fatto!”? O quante volte, osservando un tennista professionista sbagliare una volée apparentemente facile, ci siamo detti “Era semplicissima!”? La professoressa Woo-kyoung Ahn chiama questo fenomeno “illusione di conoscenza”: quella sensazione che ci fa sentire esperti di qualcosa solo perché ci è familiare, solo perché l'abbiamo visto fare tante volte.
È interessante come questa dinamica si ripeta in tantissimi ambiti della nostra vita. Dal commentare le scelte tattiche dell'allenatore della nazionale come se fossimo stati su quella panchina per vent'anni, fino al banalizzare un lavoro, manuale o intellettuale, quando lo vediamo bello e finito - la familiarità con qualcosa ci fa spesso dimenticare la complessità e la pratica consapevole che si nascondono dietro ogni decisione, ogni movimento, ogni scelta.
È un meccanismo affascinante del nostro cervello: più vediamo qualcosa, più ci sembra di capirla. La familiarità genera una sensazione di padronanza che può essere molto ingannevole. E non è solo questione di sport.
Pensate a quante volte avete visto un mago eseguire un trucco. Dopo averlo osservato diverse volte, iniziamo a pensare di aver capito come funziona. “Ah, ecco dove nasconde la carta!”, “Ho visto il momento esatto in cui fa lo scambio!”. Eppure, se ci mettessimo alla prova, scopriremmo che tra il vedere e il saper fare c'è un abisso di competenze che non avevamo considerato.
Ed è proprio qui che entra in gioco uno degli aspetti più interessanti evidenziati dalla professoressa Ahn: l'importanza di mettersi alla prova. Solo quando tentiamo di fare qualcosa ci rendiamo conto della sua reale complessità.
Questo principio si applica in modo particolarmente rilevante quando si tratta di decisioni finanziarie. Quanti di noi, leggendo storie di investitori di successo o seguendo “guru” della finanza sui social media, non hanno mai pensato “In fondo, non sembra così difficile”? La familiarità con termini come “trend di mercato”, “diversificazione”, “asset allocation” può farci sentire più preparati di quanto siamo realmente.
Ma c'è una differenza fondamentale tra conoscere i termini e comprendere veramente la complessità delle decisioni finanziarie. È come la differenza tra conoscere le regole del calcio e saper guidare una squadra in Champions League.
Un aspetto particolarmente interessante della ricerca della professoressa Ahn riguarda il ruolo dei dettagli irrilevanti nella creazione di questa illusione di competenza. Nel mondo degli investimenti, potrebbe essere la storia accattivante di un trader che ha fatto fortuna con una singola operazione azzeccata, o il grafico apparentemente chiaro che mostra un trend di mercato. Questi elementi possono darci l'illusione di aver compreso qualcosa che in realtà è molto più complesso.
C'è però una buona notizia: essere consapevoli di questa tendenza è il primo passo per gestirla. La professoressa Ahn suggerisce un approccio interessante: mettersi alla prova in modo controllato. Nel contesto degli investimenti, questo potrebbe significare iniziare con piccole somme per sperimentare direttamente le emozioni e le sfide che comporta il prendere decisioni finanziarie.
È un po' come se un appassionato di calcio decidesse di allenare una squadra giovanile: l'esperienza diretta gli farebbe capire quanto sia diverso essere sul campo piuttosto che commentare dal divano (anche se secondo me è molto più pericoloso un neofita che allena una giovanile piuttosto che una squadra senior…, quindi forse sarebbe meglio che uno facesse pratica con una bella carriera su FIFA alla Playstation!).
Questa consapevolezza non diminuisce il valore delle nostre capacità o della nostra intelligenza. Al contrario, riconoscere la complessità di certi ambiti è segno di maturità e saggezza. Come nei più alti livelli dello sport servono allenatori e preparatori, così nelle decisioni finanziarie importanti può essere prezioso il supporto di un professionista - non tanto per delegare le scelte, quanto per avere una guida esperta che ci aiuti a navigare la complessità dei mercati e, soprattutto, delle nostre emozioni.
Perché alla fine, proprio come nello sport, anche negli investimenti le emozioni giocano un ruolo fondamentale. E gestirle da soli, soprattutto nei momenti di maggiore pressione, può essere la sfida più difficile.
C'è un altro aspetto cruciale da considerare: l'imprevedibilità dei mercati finanziari. È qui che l'analogia con lo sport mostra i suoi limiti. In una partita di calcio, per quanto complesso, le regole sono chiare e immutabili. Nei mercati finanziari, invece, le “regole del gioco” possono cambiare improvvisamente e in modi impossibili da prevedere.
Questa imprevedibilità ci insegna una lezione fondamentale: nel mondo degli investimenti, concentrarsi sui risultati passati o su promettenti scenari futuri può essere fuorviante. Ciò che conta davvero è il processo decisionale. È un po' come se nel calcio, invece di ossessionarci con il risultato finale, ci concentrassimo sulla qualità del gioco, sulla preparazione, sulla strategia - sapendo che anche la squadra migliore al mondo non può vincere sempre.
La pianificazione finanziaria è certamente uno strumento prezioso in questo processo. Ma anche qui occorre essere realisti: non è una bacchetta magica. Un buon piano finanziario è come una mappa per un viaggio in mare aperto: ci dà una direzione, ci aiuta a prepararci per diverse eventualità, ma non può prevedere ogni possibile tempesta o cambiamento del vento. Le ipotesi su cui si basa la pianificazione sono proprio questo: ipotesi. Non certezze.
L'approccio più saggio è quello di vedere la pianificazione come uno strumento di consapevolezza e preparazione, non come una garanzia di risultato. Ci aiuta a capire dove vogliamo andare e come potremmo arrivarci, ma dobbiamo essere pronti ad adattarci quando le condizioni cambiano - e cambieranno, questo è certo.
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