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7 nov 2024, 09:27Decidere sui mercatiUn po' di statisticaPsicologia e finanza
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“La vera ricchezza consiste in un sonno privo di turbamenti, in una coscienza pulita, nella gratitudine reciproca, nell’assenza di invidia, in un buon appetito, forza muscolare, energia fisica, risate frequenti, pasti in compagnia, niente palestra, un po’ di lavoro fisico (anche come passatempo), evacuazioni regolari, niente sale riunioni e qualche sorpresa di tanto in tanto.”
Nicholas Nassim Taleb
Per motivi, diciamo così, familiari, mi è tornato sotto mano un interessantissimo libro scritto ormai parecchi anni fa da Nicholas Nassim Taleb, dal titolo italiano “Giocati dal caso”.
Riconosco il mio debole per Taleb, mi sta simpatico e mi piace il suo modo di ragionare, anche se come persone siamo, credo, molto diversi, io non sarei mai capace di quella verve polemica e, forse, un po’ lo invidio per questo, cioè, non tanto per la verve ma per la capacità di non interessarsi troppo delle risposte pesanti che riceve.
Sono vivo già da 32.850 giorni consecutivi
Comunque, il tema è che uno degli argomenti che mi divertono degli scritti di Taleb è questo: dal punto di vista statistico, da più giorni sono in vita e meno sono le probabilità che possa morire. Eh già. Se sono già vivo da 32.850 giorni consecutivi, quante sono le probabilità che domani non lo sia? Una cosa che si è verificata per così tanto tempo consecutivo ha pochissime probabilità di non proseguire. Esattamente come avviene per molte altre cose, anche in finanza.
È sempre stato così
Capita spessissimo di imbattersi in affermazioni del tipo: l’azionario americano sovraperformerà gli altri Paesi perché nell’ultimo secolo è sempre stato così. L’oro sarà sempre il bene rifugio, è sempre stato così. Le azioni nel lungo termine salgono sempre, ecc. ecc.
In questo modo tendiamo a dare per scontate molte cose.
Cosa trascuriamo?
È abbastanza ovvio, trascuriamo un vincolo, una condizione che incide sulle probabilità. Prima o poi tutti devono morire e, quindi, da più tempo siamo vivi e più si alzano le probabilità che, ad un certo punto, non lo siamo più. È abbastanza ovvio. Risulta meno ovvio quando proiettiamo questo ragionamento sui mercati e altre cose simili.
Uniamo i puntini
Trovo molto istruttivi i ragionamenti di Ray Dalio, il quale non smette mai di insistere sul fatto che le cose non sono sempre state così. Gli USA non sono sempre stati i vincitori della battaglia dei mercati e non sono sempre stati la potenza egemone, non hanno sempre avuto la valuta di riserva. La storia per lui è fatta di cicli e macro-cicli, di cui nei suoi libri descrive le caratteristiche. Molti cicli sono già passati e molti altri ne arriveranno. Le cose cambieranno, questa è secondo Dalio, una certezza, forse l’unica, sulla base della quale lui ha lavorato per costruire indicatori che gli possano suggerire quando e come stanno cambiando. Ovviamente anche le sue previsioni, basate sui suoi indicatori, possono essere sbagliate e spesso lo sono, perché le variabili continuano a cambiare, il mondo è enormemente complesso. Rimane la certezza che tutto cambia e, per noi esseri umani, è molto difficile abituarci all’idea che ciò che abbiamo visto sempre uguale a sé stesso per tutta la nostra vita, possa ad un certo punto cambiare. Invece è proprio così.
Dobbiamo agire
È chiaro lo scopo evolutivo del farci estrarre certezze dove non ce ne sono. Dobbiamo agire e per farlo abbiamo bisogno di fondarci su qualcosa, su qualche certezza, anche se magari è illusoria. In realtà non possiamo fare affidamento su quasi nulla, non sul fatto che i mercati azionari continueranno a crescere nel tempo, non sul fatto che gli USA rimarranno la potenza egemone, ma neppure sul fatto che un lazy portfolio (All Weather, Golden Butterfly, Permanent Portfolio o qualsiasi altro) continui nel tempo a conseguire performance simili a quelle conseguite in passato. Eppure non possiamo paralizzarci, dobbiamo continuare ad agire. Per farlo dobbiamo far affidamento su ciò che possiamo controllare, cioè:
la pianificazione per obiettivi
la decorrelazione
il controllo del rischio
il controllo delle emozioni
Occorre inoltre rimanere elastici, sapersi adattare senza prevedere, mantenere, sempre, la mente aperta e mettersi in gioco.
Può piacere o non piacere, ma non abbiamo alternative. A me piace…
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