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Il TFR: meglio accantonarlo in azienda o in un fondo pensione?
31 lug 2024, 15:42Decidere sui mercatiStrumenti finanziari
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Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è un tema cruciale per tutti i dipendenti, poiché rappresenta una somma di denaro accantonata e liquidata al termine del rapporto di lavoro. Una delle decisioni più importanti che un lavoratore deve prendere è dove destinare il proprio TFR: mantenerlo in azienda o investirlo in un fondo pensione. Vediamo insieme le opzioni disponibili e i relativi vantaggi e svantaggi.
Cos’è il TFR
Il TFR è una somma calcolata annualmente sulla retribuzione lorda di ciascun dipendente e accantonata dal datore di lavoro. Rappresenta circa una mensilità dello stipendio, pari al 6,91% della retribuzione lorda annua. Pur maturando ogni mese, il TFR viene liquidato solo alla cessazione del rapporto di lavoro.
Destinazione del TFR
Al momento dell’assunzione, il datore di lavoro consegna al dipendente il modello TFR2, con il quale il lavoratore decide se mantenere il TFR in azienda (o Fondo Tesoreria) o destinarlo a un fondo di previdenza complementare. Se il dipendente non compila e riconsegna il modulo entro 6 mesi, il TFR confluirà automaticamente nel fondo pensione previsto dal contratto collettivo di lavoro.
TFR in Azienda
Per chi sceglie di mantenere il TFR in azienda, la gestione avviene in due modi a seconda delle dimensioni dell’azienda:
Fino a 49 dipendenti: Il TFR è gestito direttamente dal datore di lavoro.
Almeno 50 dipendenti: Il datore di lavoro versa il TFR al Fondo Tesoreria INPS.
In entrambi i casi, il TFR è rivalutato annualmente con un tasso composto dall’1,5% fisso più il 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT. Alla cessazione del rapporto di lavoro, il datore di lavoro anticipa le quote accantonate in busta paga e recupera le somme dall’INPS come credito d’imposta.
Investire il TFR in un Fondo Pensione
Investire il TFR in un fondo pensione, sia negoziale che aperto, permette di beneficiare di rendimenti potenzialmente superiori e di vantaggi fiscali. I fondi pensione investono le somme in base al profilo di rischio scelto dall’aderente, che può andare da una linea garantita, investita in gestione separata, fino a linee quasi integralmente azionarie. Sono normalmente disponibili anche opzioni life cycle, o simili, che riducono l’esposizione azionaria all’avvicinarsi delle condizioni per il pensionamento.
Vantaggi e Svantaggi delle Due Opzioni
Lasciare il TFR in Azienda
Pro:
Stabilità e Sicurezza: Rendita agganciata alla variazione del costo della vita, che consente di mantenerne il valore reale integralmente, salvo il caso di picchi in cui l’1,5% di rivalutazione fissa sia inferiore al 25% dell’incremento ISTAT.
Nessun Costo Aggiuntivo: Il mantenimento in azienda non comporta l’applicazione di alcun costo di gestione.
Nessuna volatilità: Il rendimento, essendo legato esclusivamente all’inflazione, non è soggetto al rischio prezzo. In qualsiasi momento si interrompa il rapporto lavorativo si avranno le proprie somme rivalutate.
Contro:
Rendimento Potenzialmente Inferiore: L’idea negli investimenti a lungo termine è, normalmente, quella di battere l’inflazione. Il TFR in azienda lo farà solo con inflazione molto bassa e non approfitterà di fasi di mercato particolarmente favorevoli.
Investire il TFR in un Fondo Pensione
Pro:
Rendimenti Potenzialmente Superiori: Vale quanto sopra, l’aspettativa con linee mediamente aggressive è quella di battere l’inflazione, anche se naturalmente non è garantito, dipende dal periodo storico in cui si lavora.
Benefici Fiscali: Al momento dell’erogazione il TFR è tassato con un’imposta separata pari alla media degli ultimi cinque anni del lavoratore, mentre le prestazioni dei fondi pensione sono tassate al 15% ma, dopo 15 anni di adesione, l’aliquota si riduce dello 0,3% per ogni ulteriore anno, fino ad un minimo del 9%.
Contributo del Datore di Lavoro: In caso di adesione in forza di accordo collettivo o regolamento azienda, può essere previsto un contributo del datore di lavoro che si somma ad una quota minima versata dal lavoratore, anche se questo non è connesso al versamento del TFR ma al versamento volontario del lavoratore.
Contro:
Rischio di Mercato: Le oscillazioni del mercato possono comportare periodi più volatili e con rendimenti negativi.
Costi di Gestione: L’investimento prevede necessariamente dei costi di gestione e amministrativi. Tali costi sono normalmente minimi nei fondi negoziali, più alti nei Fondi Pensione Aperti e ancora più alti nei cd. PIP.
Vincoli Temporali: Le somme non vengono automaticamente incassate in caso di interruzione del rapporto lavorativo.
Considerazioni Finali
La scelta tra lasciare il TFR in azienda o investirlo in un fondo pensione dipende da vari fattori personali come età, profilo di rischio, obiettivi di lungo termine e situazione economica. I giovani lavoratori potrebbero beneficiare dei rendimenti superiori e dei vantaggi fiscali dei fondi pensione, mentre coloro che sono prossimi alla pensione o hanno una bassa propensione al rischio potrebbero preferire la sicurezza del TFR in azienda.
Si tratta comunque di una scelta che va adottata in modo personalizzato, dopo un attento esame della situazione di ciascuno e della propria attitudini psicologica.
Come sempre, avere obiettivi chiari consente, in finanza, di adottare le scelte più idonee a conseguirli in modo consapevole. Questo è quello che possiamo fare, ricordando sempre che, tuttavia, in finanza, come in ogni ambito caratterizzato da incertezza, una decisione non deve essere valutata esclusivamente dal risultato si che consegue ma dal processo che ha portato ad assumerla.
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