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["Decidere sui mercati","Consigli per la lettura","News: riflessioni","Un po' di statistica","Strumenti finanziari","Mercati e portafogli","Psicologia e finanza"]
«Proprio come l’uomo primitivo che un giorno si grattò il naso, vide piovere, e sviluppò un modo elaborato di grattarsi il naso per ottenere la pioggia che desiderava, noi oggi colleghiamo la prosperità economica a qualche riduzione dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve, o il successo di una società alla nomina di un nuovo presidente.»
N.N. Taleb
È finalmente uscita la tanto attesa trimestrale NVIDA. I dati pubblicati sono stati, nuovamente, superiore alle attese, con un fatturato che, rispetto a dodici mesi fa, è cresciuto del 123% e profitti cresciuti, nello stesso periodo, del 166%. Questo non è stato sufficiente per far salire il titolo che, anzi, immediatamente dopo l’annuncio ha ritracciato vistosamente salvo poi recuperare parzialmente nei giorni successivi. Tanti i fattori che possono aver determinato questa dinamica:
Vedremo se, con un po’ di tempo, il tema AI tornerà ad essere centrale.
Non tutti i mercati azionari sono tornati sui massimi dopo lo “sciacquone” di inizio agosto, l’ha però fatto l’S&P 500. Non l’ha fatto, ad es., il Nasdaq 100 ma nemmeno i mercati europei e il Nikkei, dal quale pare essere partito il tutto. In ogni caso il mese di agosto non è stato nefasto come i primi giorni hanno fatto temere e come diversi analisti iniziavano a sostenere sulla base di considerazioni statistiche di vario tipo.
Nel rialzo successivo al 5 agosto, è emersa una maggiore partecipazione e il mercato non è stato più trascinato dalla tecnologia ma dai titoli più difensivi, come i consumi di prima necessità, il real estate, l’health care, utilities e finanziari, tutti settore che, storicamente, tendono ad andare meglio in fase di riduzione dei tassi.
Dal mio punto di vista un ri-equilibrio degli indici è da salutare con favore, anche perché potrebbe (ma non è scontato) addolcire future correzioni determinate da ritracciamenti più decisi dei titoli che più hanno corso.
I dati economici provenienti dagli USA sembrano descrivere un’economia ancora decisamente in salute, con la stima del GDP (l’equivalente del nostro PIL) del secondo trimestre rivista al rialzo dal 3% dal 2,8% e con i consumi che sembrano tenere. Questo ha forse ridotto i timori degli investitori innescati dalle revisioni al ribasso sulle buste paga create nei mesi scorsi.
Sul fronte europeo, invece, il dato sull’inflazione CPI è stato inferiore a quello di luglio (2,2% contro il 2,6%), portandosi molto vicino al target del 2%, il che potrebbe favorire la BCE nell’operare un nuovo taglio dei tassi. Ora naturalmente le previsioni si stanno allineando intorno al target ma questo è abbastanza fisiologico e tali previsioni non si sono dimostrate storicamente attendibili quando si consideri un lasso di tempo di uno o due anni.
Mediamente in salita i mercati azionari, con l’MSCI World che guadagna lo 0,4% e si porta ad un +17,1% da inizio anno. Come accennato sopra, tuttavia, al momento non è la tecnologia a trascinare i listini e, infatti, il Nasdaq 100 cede lo 0,7%. Anche l’S&P 500 sale meno del globale, con un +0,3%, mentre fanno meglio Europa, con l’Eurostoxx 50 al +1%, e Nikkei (+0,8%). Anche il Hang Seng cinese sale dell’1,8%.
Il VIX scende di 0,9 punti, portandosi a 15 punti, in area di tranquillità.
In leggera risalita i rendimenti, che portano il Global Aggregate a perdere lo 0,33% (da inizio anno +2,06%).
Il decennale USA è ora al 3,90%, il Bund decennale al 2,30% e il nostro BTP decennale al 3,70%, con spread in aumento dello 0,06%.
L’indice generale delle materie prime è negativo dello 0,4% in settimana con segni meno su tutti i segmenti ad eccezione delle agricole, che guadagnano il 2,6%.
L’Oro a 2.503 dollari, con un -0,4% settimanale. Da inizio anno è ancora la migliore asset class, con un aumento del 21,4%.
L’Euro perde l’1,3% sul dollaro e da inizio anno è in sostanziale pareggio.
MSCI World: +0,4% (Settimana), +17,1% (Anno)
Global Aggregate: -0,33% (Settimana), +2,06% (Anno)
Oro: 2.503 dollari, -0,4% (Settimana), +21,4% (Anno)
WTI Crude Oil: 73,6 dollari, -1,7% (Settimana), +2,7% (Anno)
Euro-Dollaro: 1,105, -1,3% (Settimana), +0,1% (Anno)
Qui di seguito l’andamento dall’inizio del servizio (1 luglio 2019) dei portafogli modello al lordo dei costi di transazione (variabili in base all’intermediario utilizzato e generalmente compresi tra 2,5 e 20 euro per ciascuna operazione), di quelli sostenuti per la consulenza e degli eventuali impatti della fiscalità ed al netto, invece, dei costi dei singoli strumenti utilizzati.
I dati si riferiscono al passato ed i risultati passati non costituiscono un indicatore affidabile dei risultati futuri.
I portafogli modello costituiscono la base utilizzata nell’attività di consulenza in materia di investimenti.
I singoli portafogli dei clienti possono differire dai modelli anche in modo significativo in ragione di diverse cause, valutate per ciascun cliente nell’attività di consulenza, quali contingenze fiscali, pianificazione, gestione del rischio di ingresso o in logica life cycle. All’interno del portafoglio complessivo del cliente possono anche essere presenti più portafogli in considerazione della pianificazione per obiettivi effettuata all’inizio o in corso di consulenza continuativa.
Di nuovo una settimana lievemente positiva per i portafogli, in cui i buoni guadagni delle componenti più volatili sono state parzialmente assorbite dalla parte obbligazionaria. I portafogli, tuttavia, hanno in poco tempo recuperato quasi tutto il drawdown verificatosi nelle scorse settimane, riportandosi in prossimità dei massimi assoluti. I portafogli più volatili hanno segnato, al momento, un drawdown intorno al 3,6%. La correzione, per ora, è stata limitata (ricordo che la correzione termina con il superamento dei massimi precedenti) e, essendo differenziata tra asset class, ha offerto su alcuni portafogli qualche occasione di acquisto in ottica di accumulo. Al momento sembrerebbe che si sia trattato di una breve “burrascata” che è stata riassorbita con facilità. I picchi di volatilità non vanno comunque mai sottovalutati, anche perché mostrano che il mercato è quantomeno suscettibile, sebbene si trovi sui massimi.
Ricordo sempre le principali emozioni a cui dobbiamo stare attenti operando sui mercati (so che sarete stanchi di leggerle o che, più probabilmente non le leggerete più ma, in realtà, sono quel tipo di considerazioni a cui bisogna ricorrere ogni tanto, quando ci si domanda cosa si stia facendo… e, quindi, repetita iuvant):
Manteniamo sempre il focus determinante sulla pianificazione individuale di ciascuno, che è l’unico aspetto sotto il nostro controllo (oltre naturalmente all’efficienza data dal contenimento dei costi), non essendo i mercati né controllabili né prevedibili, ricordando anche che:
Raccomandazioni generali
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